Itinerario-2

Selva – Pompeano

Partenza: Via Casa Naldi
Lunghezza: 16.2
Tempo di percorrenza a piedi: 4h30′
Tempo di percorrenza in Mountain Bike: 1h39′
Dislivello Totale: circa 170 metri
Intensità Fisica: Media
Ciclabilità: Totale

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Cenni storici e paesaggistici

Selva

Percorrendo la Via Giardini che porta a Pavullo, a 3 Km dal Capoluogo si devia a destra e lungo una pianeggiante strada si giunge a Selva.
Nei documenti del Sec. XII Selva viene indicata come Silva de Ula o de Virola. Il territorio, ricoperto completamente da boschi, fu donato nel 1131 dal Vescovo di Modena Dodone ai frati del monastero di S. Pietro di Modena, affinché li costruissero un monastero. I religiosi costruirono una chiesa di cui non rimane traccia in quanto demolita nel Sec. XIX ed un edificio detto, ancor oggi, canonica vecchia. Non si conoscano le motivazioni che indussero i frati a lasciare il luogo. L’attuale chiesa, dedicata alla natività di Maria SS., fu portata a termine dall’Ing. Antonio Vandelli nei Novembre del 1870. Salendo per la stradina che congiunge le nuove villette, poi lungo i prati si giunge all’Amareto, dove un tempo esisteva una importante abitazione i cui signori Amoretti – Parenti ospitavano il Duca Francesco V quando da Modena, durante i mesi estivi, andava a villeggiare a Pavullo. Proseguendo poi lungo il crinale si giunge all’oratorio detto Madonna di Zanoli. La chiama che è stata costruita nel 1673 e restaurata nell’anno 2000, si trova in un luogo particolarmente panoramico.

Pompeano e il Castello sul “Sasso”

Pompeano fa parte del Comune di Serramazzoni solo dal 1860; prima di questa data, la sua storia è da ricercarsi in quella del Contado di Gombola i cui Signori, di origine longobarda, costituivano una delle Famiglie più poterti della montagna modenese. Nel 1416, i Signori di Gombola perdettero il feudo in favore dei Cesi che lo tennero sino all’arrivo delle armate francesi di Napoleone nel 1796. Il castello è raggiungibile solo salendo una scalinata all’esterno delle mura. All’ interno della cinta muraria si vedono un’antica torre quadrata; il palazzetto, in cattivo stato di conservazione, che fu abitato dal Marchese Ferdinando Calori Cesi sino al 1885; il campanile terminato nel 1886; ed in fine la “risorta” Chiesa dedicata a S. Gerniniano. L’edificio sacro ha una singolare storia di volontà, caparbietà e amore: divenuta, da chiesetta castellana dedicata a S. Maria, parrocchiale dedicata a S. Geminiamo, negli anni dal 1885 al 1900 per volontà del Parroco Don Vincenzo Tassoni e dei parrocchiani di Pompano fu allungata ed alzata nella parte dell’abside. La Chiesa dopo la morte di Don Tassoni non fu più ultimata, anzi nel 1960, per la precarietà del tetto, dovette essere chiusa. Nel 1986, dopo trenta anni di forzato abbandono, il Parroco e la popolazione di Pompeano, avvalendosi di tecnici e maestranze del posto con l’aiuto finanziario della Regione, della Provincia, del Comune, delle banche e di alcune imprese, in soli due anni hanno portato alla copertura gli edifici della Chiesa e della canonica
Il Sasso su cui si erge il castello di Pompeano, di colore verde scuro, tanto da sembrare quasi nero (ferro e magnesio), è una serpentina di origine vulcanica sottomarina (ofiolite) ed è attraversata al suo intono da una fenditura o faglia che ha dato origine ad une grotta della lunghezza di circa trenta metri. La grotta, dopo un ingresso assai angusto, diviene più percorribile: l’altezza è di circa 4 o 5 metri e la larghezza di circa 3. Lungo il ripido e scivoloso percorso, si possono ammirare esemplari di geotritoni; sul fondo si trova un laghetto la cui profondità in determinati momenti dell’anno è di circa 20 metri.